🌐 Introduzione
L'importanza della rendicontazione di sostenibilità è diventata un pilastro fondamentale per le imprese moderne. In un'epoca in cui la consapevolezza ambientale, sociale e di governance (ESG) è al centro dell'attenzione globale, la Direttiva CSRD rappresenta un passo cruciale verso una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle aziende europee.
🌳 La Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità aziendale (CSRD) mira a garantire che le informazioni relative all'impatto ambientale, sociale e di governance delle imprese vengano comunicate in modo chiaro e comparabile. Questo consente agli stakeholder, come investitori, consumatori e autorità di regolamentazione, di valutare in modo più accurato le performance aziendali sotto diversi aspetti ESG.
💡 In questo contesto, le proposte avanzate da Assonime, l'associazione delle società italiane quotate in Borsa, rappresentano un contributo chiave all'evoluzione del quadro normativo e pratico della rendicontazione societaria di sostenibilità. Il documento di consultazione n. 6, pubblicato il 19 marzo 2024, delinea una serie di proposte mirate a migliorare e armonizzare gli standard di rendicontazione ESG.
🔑 Tra i punti salienti delle proposte di Assonime, troviamo:
💻 L'integrazione della sostenibilità nei processi decisionali aziendali, garantendo che le considerazioni ESG siano parte integrante della strategia e delle operazioni quotidiane delle imprese.
📊 La definizione di indicatori chiave per misurare e comunicare in modo più efficace e quantificabile l'impatto ambientale, sociale e di governance delle attività aziendali.
🔍 La promozione della trasparenza e dell'accountability, incoraggiando le imprese a fornire informazioni accurate, complete e tempestive sulla loro gestione dei rischi e delle opportunità ESG.
📈 L'adozione delle proposte di Assonime potrebbe avere profonde implicazioni per le imprese italiane quotate in Borsa, spingendole a rivedere e potenziare le proprie politiche e strategie in materia di sostenibilità. Una maggiore coerenza e comparabilità delle informazioni ESG potrebbe inoltre favorire una valutazione più accurata da parte degli investitori, incoraggiando pratiche aziendali più responsabili e orientate al lungo termine.
🌍 In conclusione, le proposte avanzate da Assonime in risposta alla CSRD rappresentano un passo significativo verso una maggiore trasparenza e coerenza nella rendicontazione di sostenibilità delle imprese italiane. L'adozione di standard più elevati potrebbe contribuire a rafforzare la reputazione delle aziende sul mercato internazionale e a promuovere una cultura aziendale improntata alla sostenibilità e all'innovazione.
💫 In un contesto sempre più attento ai temi ambientali, sociali e di governance, la collaborazione tra le imprese, gli enti regolatori e gli investitori diventa cruciale per garantire uno sviluppo economico sostenibile e inclusivo. Le proposte di Assonime rappresentano un importante contributo in questa direzione, gettando le basi per un futuro più trasparente, responsabile e prospero.
1. Cosa comprende la Direttiva CSRD e quali aziende sono coinvolte?
La Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) mira a incrementare la trasparenza delle imprese riguardo ai loro impatto ambientale, sociale e di governance (ESG).
Si applica a grandi società, filiali di società non UE operanti nell'UE, e PMI quotate su mercati regolamentati dell'UE, escludendo le microimprese.
Queste imprese devono soddisfare certi criteri finanziari e di dimensione, come un fatturato superiore a 40 milioni di euro, un bilancio totale di 20 milioni di euro o più, o più di 250 dipendenti.
La direttiva offre anche l'opzione alle PMI di aderire volontariamente ai suoi requisiti.
2. Quali sono gli obiettivi e i vantaggi della CSRD per le aziende?
La CSRD stabilisce requisiti di rendicontazione più severi, garantendo così una maggiore trasparenza e comparabilità delle informazioni su prestazioni ambientali, sociali e di governance (ESG).
Ciò consente agli investitori e agli stakeholder di prendere decisioni più consapevoli e sostenibili.
Per le aziende, la conformità alla CSRD non rappresenta solo un obbligo legale ma anche un'opportunità per migliorare le prestazioni ESG, coinvolgere gli stakeholder e creare valore a lungo termine, oltre a accesso a nuove opportunità di investimento, riduzione dei costi, miglioramento della reputazione e aiuto nella gestione dei rischi ESG.
3. Come si relaziona la CSRD con gli standard di rendicontazione e quali sono i principali obblighi di divulgazione?
Gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), sviluppati dall'EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), costituiscono il framework di riferimento per la CSRD, delineando 12 standard che coprono aree trasversali, ambientali, sociali e di governance.
Le imprese devono seguire lo standard di doppia materialità, riferendo sia l'impatto delle loro attività su questioni di sostenibilità sia l'impatto delle questioni di sostenibilità sulle finanze aziendali.
Gli obblighi di divulgazione includono politiche di sostenibilità e due diligence, obiettivi di sostenibilità, catene del valore e supply chain, e rischi per la sostenibilità, con la necessità di una verifica di terze parti.
4. In che modo la CSRD influisce sulle modalità di rendicontazione delle aziende e sul loro impatto?
La CSRD rappresenta un cambiamento significativo nella rendicontazione aziendale, introducendo un quadro comune di rendicontazione per i dati non finanziari. Questo cambio di paradigma sottolinea che la capacità delle imprese di creare valore non si limita alla dimensione economica ma include anche principi e sistemi di misurazione di aspetti intangibili sociali e ambientali.
La CSRD stabilisce requisiti ESG standard, migliorando la chiarezza e la confrontabilità dei report di sostenibilità e riducendo il greenwashing.
Questo si traduce in una migliore responsabilità aziendale e trasparenza sulla sostenibilità a livello globale